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16 01 2013 | Rimini | Fondazione Carim, torna I maestri e il tempo: arte e pensiero in 11 lezioni

Mercoledì, 16 Gennaio 2013

mattone

Rimini | Fondazione Carim, torna I maestri e il tempo: arte e pensiero in 11 lezioni


Torna a palazzo Buonandrata per il terzo anno la rassegna della Fondazione Carim I maestri e il tempo. Arte e pensiero a Rimini, tra l’Europa e l’Oriente, undici appuntamenti settimanali dal 18 gennaio al 10 maggio, di venerdì alle 17,30. “Un appuntamento che – spiega il presidente della Fondazione, Massimo Pasquinelli – nonostante le attuali problematiche finanziarie non poteva venire a mancare perché esiste una domanda. Non ci inventiamo una offerta per suscitare una finta virtuale domanda, c'è una domanda di conoscenze di approfondimento di riflessione su temi che trovano poco spazio”.


La rassegna è quindi il “tentativo di intercettare una domanda e un bisogno compiendo quella operazione indispensabile per costruire insieme coscienza, identità, di un territorio, di mediare una cultura alta, erudita, raffinata, scientificamente calibrata, che è il lavoro che compiono gli storici dell’arte, e la cultura diffusa”, spiega il curatore Alessandro Giovanardi. 


Ricco il panorama degli ospiti. “Abbiamo grandi maestri della storia dell'arte e della storia del pensiero. Carlo Ginzburg, Salvatore Settis che dialogheranno con un loro grande maestro, Augusto Campana, loro docente alla Normale di Pisa, la cui opera molto parla di pensiero e patrimonio bibliografico e storico artistico di Rimini, del nostro territorio”. Nel dettaglio, Ginzburg sarà a Rimini l’8 marzo per presentare il primo volume, in due tomi, degli scritti editi di Campana, mentre a Settis toccherà presentare il 5 aprile il diario archeologico e artistico riminese dell’anno 1944, sempre di Campana. “Quello che scrive mentre viene in bicicletta a Rimini in Gambalunga per salvarne il patrimonio letterario e artistico”.


Saranno a Rimini i grandi interpreti della storia dell’arte “e accanto a questi le figure emergenti della storia dell’arte, i giovani. Alcuni di loro già molto affermati”. Come il discepolo di Settis, Tomaso Montanari, in programma il 15 marzo. “Un acuto, direi anche corrosivo polemista sulle pagine del Corriere della Sera, del Fatto Quotidiano, sullo stato della storia dell’arte, ma anche un raffinatissimo interprete del barocco”. Parlerà delle figure dell’estasi, dalla Santa Teresa d’Avila di Guido Cagnacci alle sculture di Gian Lorenzo Bernini.


Altro talento in programma è Giovanni Carlo Federico Villa, curatore di una prossima mostra su Tiziano alle Scuderie del Quirinale. A Rimini il 22 marzo su “Bellini e Bisanzio, la pittura adriatica e l’oriente”. La più giovane, del 1977, è invece Chiara Bellini, docente di storia dell’arte indo-himalayana. Interverrà il 19 aprile sulla figura di Agostino Giorgi, orientalista romagnolo del Settecento, con una riflessione sulla simbologia buddhista.


Il rapporto tra immagine e sacro nella Controriforma, riguarderà non solo l’appuntamento con Tommaso Montanari, ma anche quello con Massimo Pulini (il 1 febbraio sul Guercino), Angelo Mazza (il 15 febbraio su fra Cosimo da Castelfranco) e Pier Giorgio Pasini per concludersi “con uno di questi grandi che è il professor Andrea Emiliani. Verrà a parlarci di Barocci proprio alla vigilia di una grande mostra che si aprirà a Urbino in giugno”. Emiliani sarà in fondazione il 10 maggio con le “nuove scoperte sul rapporto tra l’immaginario pittorico di Barocci e il grande rinnovamento del francescanesimo, soprattutto del mondo cappuccino nel periodo in cui Barocci dipinge. Barocci influenzerà moltissimi riminesi e anche Giovanni Laurentini”, di cui parlerà Pasini il 1 marzo.


Ad Anchise Tempestini il compito di fare il punto, il 12 aprile, su Lattanzio da Rimini, mentre a Giovanardi stesso, questo venerdì, toccherà fare da guida attraverso i simboli del giardino mistico del gotico emiliano-romagnolo.


Sono stati in 2.500 a seguire le lezioni lo scorso anno, quando in occasione della lezione di Massimo Cacciari ci si è dovuti trasferire all’Università perché la sala da 200 posti non basta più, tanto da richiedere una nuova sala per le conferenze che sarà ricavata nell’ex salone della Corit. “I soldi li abbiamo già messi da parte”, dice Pasquinelli. “Sono lavori, non decorativi, ma strutturali da fare, abbiamo avuto persone sedute nei corridoi. Vogliamo far fruire una sede più comoda e anche avere in centro storico un altro contenitore”.
La rassegna ha un costo che non supererà i 20,30mila euro perché “la sfida ora per la Fondazione – dice Pasquinelli – è riuscire a fare cose importanti anche senza grossi investimenti”. 


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Rimini by @lisaram, foto vincitrice del 15 febbraio

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